Sport e integrazione

Corpo e movimento costituiscono uno dei nuclei fondamentali su cui si struttura l'intero processo di sviluppo del bambino..(Muoversi per..Piacere. Educare al corpo e al movimento nella scuola dell'infanzia Giuliana Pento e altri autori. Edizioni junior Litonova 2003) In passato l'attività motoria aveva un ruolo secondario nella scuola: era un esercizio finalizzato al raggiungimento di determinati movimenti e sviluppare determinate abilità, non era esteso alla sfera sociale, cognitiva e affettiva. Recentemente (dagli anni '80) l'attività motoria ha conquistato un posto di rilievo anche nei programmi scolastici ministeriali, e si è giunti alla consapevolezza che il corpo è “il veicolo del mondo”  come dice il filosofo Umberto Galimberti. 

L'attività motoria è uno dei canali privilegiati per l’integrazione degli alunni con disabilità: i giochi motori devono essere adeguati al bambino in difficoltà nel rispetto dei suoi limiti, mentali o fisici infatti il principio base della scuola è favorire l’inclusione di tutti i bambini. 

Nella vasta sfera delle disabilità ho lavorato con bambini affetti da diverse patologie, fisiche o mentali e proponendo i percorsi motori ho focalizzato l'attività sulla collaborazione tra compagni perchè emergesse il gruppo e si creasse unione tra tutti: la presenza dell'allievo con disabilità all’interno del gruppo classe è sempre un arricchimento per i compagni che sono responsabilizzati nei suoi confronti. 

Nei bambini con disabilità fisiche limitanti le attività motorie da  me proposte comprendono solitamente l'utilizzo della palla da calciare delicatamente creando così una complicità nello scambio di passaggi- e da afferrare nel caso di paresi totali con conseguente distonie muscolari, tutto in piccolo gruppo  per facilitare la concentrazione degli allievi.

Ho avuto la fortuna di lavorare con i bambini Autistici e sottolineo fortuna perché oltre ad avere una comune simpatia innata con loro si stabilisce sempre un legame speciale perché sono 'senza filtri' e questo li rende speciali: l'attività motoria libera o guidata che sia ha le stesse prerogative dell'attività didattica creare gruppo e aiutare col buon esempio l'amico in difficoltà. Questo solitamente avviene in 'grande gruppo' parlando in gergo pedagogico: l'alunno autistico è invitato a partecipare come gli altri all'attività ma contestualmente a divertirsi. Con loro è essenziale richiamare spesso il contatto visivo: il problema dell'autismo è proprio il contatto visivo se trascuriamo di richiamare l'attenzione con lo sguardo rischiamo che l'allievo non comprenda la 'consegna' e non partecipi al gioco correttamente. Questo vale anche per i bambini con diagnosi di iperattività /opposizione (talvolta le patologie sono correlate) solitamente un modo per fare squadra è la staffetta ed ovviamente la preoccupazione principale è bilanciare i due gruppi e, dopo aver spiegato il gioco motorio, assicurarsi che tutti svolgano l'attività fino alla fine (può capitare infatti che il bimbo disabile esca dal contesto di gioco guidato). Gli attrezzi motori che solitamente si trovano nelle scuole per l'attività motoria sono cerchi, materassini, palloni di piccole dimensioni, birilli, coni e bastoni per creare gli ostacoli; talvolta è presente anche il canestro: con questi strumenti il percorso ad ostacoli si può strutturare in modo creativo e accattivante per tutti i bambini (ma in particolare i ragazzini con disabilità) e ancora più importante danno la possibilità di far uscire fuori le competenze fisiche  potenzialmente sportive di ognuno. 

 Per essere concreti vorrei portare tra tutti un esempio d'integrazione riuscita: Nicole Orlando, l'atleta para olimpica che ha vinto quattro medaglie d'oro: il suo percorso ha un valore molto importante perché la “Trisomia 21” caratterizza chi ne è affetto da goffaggine nei movimenti e crea limiti in molte azioni per noi scontate di motricità fine (come scrivere o ritagliare ) invece lei ha raggiunto i traguardi più alti forse impensabili per una persona down!