L'alienazione sociale che stiamo vivendo in questo momento storico ci deve portare a profonde riflessioni

è IL MOMENTO DI VALUTARE LA QUALITà DELLA VITA

L'alienazione sociale che stiamo vivendo in questo momento storico ci deve portare a profonde riflessioni.  Nel pensiero marxista è presente l'estraniazione dell'operario rispetto al suo lavoro, considerato ad un rapporto estraneo allla persona (operaio) poichè considerata gioia egoista del datore di lavoro. In questo concetto l'alienazione è considerata come perdita della propria essenza di uomo, ridotto a soli gesti meccanici, a funzioni biologiche. Qui l'uomo perde la facoltà di pensare, è un semplice esecutore di gesti rispetto alla catena produttiva. La nostra rifelssione dovrebbe valutare la qualità della vita individuale in una società in cui il controllo da parte dello Stato sembra divenire progressivamente assoluto. Viene molto facile per chi ha il controllo assoluto promuovere azioni di propaganda morale atte al raggiungimento del totalitarismo. 


La mancanza di empatia è il risultato di quanto sopra. L'uomo tiene conto del proprio pensiero nella convinzione che sia frutto del suo intelletto  (uno dei più importanti doni che madre natura ci ha dato). 

L’empatia è l’atto paradossale attraverso cui la realtà di un altro, di ciò che non siamo, ci sposta altrove, nell’ignoto, diventa elemento dell’esperienza più intima cioè quella del sentire insieme che produce ampliamento ed espansione verso ciò che è oltre, imprevisto”.

Edith Stein 

Non siamo più capaci di sentire emozioni, non riusciamo ad  arrivare allo scambio intellettuale, al confronto democratico. Alcune persone, infatti, sono incapaci di mettersi nei panni altrui: perché alla base della nostra capacità empatica vi sono le nostre esperienze passate: se abbiamo avuto “la fortuna” di sperimentare e vivere esperienze, comprensione empatica con i nostri amici, sicuramente da adulti riusciremo ad essere persone empatiche. Questo significa che se un individuo, sin da piccolo, è accudito da genitori comprensivi e rassicuranti, avrà maggior possibilità di sviluppare la sua capacità empatica, proprio perché ha sperimentato ciò nel rapporto con i propri genitori. 


La globalizzazione del regime sta cambiando le persone, aumenta le disuguaglianze tra i popoli, le potenti oligarchie dettano legge su tutto, entrando purtroppo anche nell'uomo che il marximo definiva "estraneo" nel momento in cui usciva dalla fabbrica.  Qualche politologo definice l'uomo nell'era della globalizzazione come "uomo a rotelle del mercato".

Ne conseguono azioni di sfruttamento, di degrado sociale, disparità tra esseri umani, perdità di identità, la cancellazione della sovranità nazionale (molto sentita nel popolo sardo), della assoluta mancanza di privacy. 


Alcuni cenni storici:

Nel 1956 Renzo De Felice prese le distanze dal pensiero marxista dopo la rivolta e la repressione in Ungheria. Il carattere rinnovatore di Marx lo portava ad una riflessione ripetto all'operato territoriale rispetto alla politica attuativa. All'incontro con Montanelli seguì un itinerio lungo, tutt'altro che scontato. Il percorso lo portò ad un'evoluzione importante. Tra le sue battaglie più importanti vorrei ricordare il riconoscimento delle "foibe" come atto criminale. Chissà che domani un nuovo De Felice riporterà alla luce quanto succede oggi.